Ciao Massimo

1 giugno 2010 · Argentario Basket · Ultimo aggiornamento il 30 gennaio 2012

Ci ha lasciato Massimo Busonero, presidente della società cestistica di Porto Santo Stefano della prima era: dalla fondazione del 1975 allo scoppio del “pallone” di inizio anni ’90.
Forse senza di lui non sarebbe mai esistita la pallacanestro in paese, o probabilmente non sarebbe arrivata ad avere oggigiorno una rilevanza sociale non inferiore a quella del calcio, cosa che in Italia solo poche realtà sportive possono vantare.
Per un paese come il nostro questa alternativa di svago giovanile ha rappresentato e rappresenta un fattore molto importante del “togliere i ragazzi dalla strada”.
Tra quelli che hanno giocato a basket per poco tempo o molti anni, i ragazzi di mezzo paese nati negli anni ’60 e ’70 hanno conosciuto Massimo.

Oggigiorno la situazione è diversa, ma una volta una società di basket senza importanti sponsor significava il sacrificio di dirigenti, giocatori e famiglie. Massimo poteva essere approssimativo in certe situazioni ma la sua capacità gestionale ha sempre consentito di farcela e non chiudere bottega, puntando soprattutto nella passione della gente.
Per poter giocare si cucivano i numeri sulle magliette, si consumavano i palloni fino alla camera d’aria, si spazzava la polvere dal campo prima di ogni partita, ma forse è proprio grazie a cose come queste che le nostre squadre vincevano anche contro avversari più forti e che Aldi è arrivato a vincere lo Scudetto e la Coppa dei Campioni a Milano, cosa di cui Massimo andava sempre molto fiero e usava spesso come biglietto da visita.

Poche settimane fa avevamo deciso di organizzare una partita tra vecchie glorie all’inizio della prossima stagione agonistica che magari avrebbe convinto Massimo ad affacciarsi sul campo di gioco un’ultima volta, per una festa che purtroppo non potrà più avvenire come ci sarebbe piaciuto. Di questo siamo tutti molto dispiaciuti ma sono sicuro che Massimo avrebbe detto: “eh vabbè, è uguale!” con la sua espressione sorridente che nessuno faticherà ad immaginare.

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Nazzareno Picchianti

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